Le tradizioni e la cultura

Il territorio che si estende tra Bitti e Meana Sardo lungo l’antico Itinerarium Antonini costituisce una delle aree più centrali e interne della Sardegna. Qui, nei secoli si sono intrecciate natura, cultura e lavoro in un equilibrio sostenuto da una forte identità comunitaria e da una ricchezza di tradizioni e di patrimonio culturale, artistico e letterario.

Molti dei centri che appartengono alle Barbagie e al Mandrolisai sono stati caratterizzati dall’economia legata alla pastorizia e alla transumanza: attraverso spostamenti che potevano estendersi fra i 30 e 120 km, i pastori delle aree più centrali dell’isola entravano in contatto, soprattutto durante i periodi più freddi dell’anno, con le popolazioni delle aree pianeggianti (verso sud oppure verso le pianure della Gallura e delle Baronie), instaurando relazioni socio-economiche e scambi culturali. Oggi, di quell’economia nomade, che nel corso del Novecento arrivò quasi alla scomparsa nella sua forma più tradizionale, resiste la memoria culturale che può essere recuperata attraverso le reti sentieristiche lungo gli antichi tracciati pastorali con nuove forme di turismo lento, responsabile, attento all’ambiente e alla natura. La pastorizia, seppur ridimensionata nei numeri, rimane ancora oggi il pilastro della produzione locale, con un sistema zootecnico a conduzione familiare. La trasformazione artigianale del latte in formaggi si è arricchita grazie all’inserimento in filiere certificate e riconosciute a livello regionale e nazionale, come nel caso del formaggio Fiore Sardo DOP, oggi tutelato dal relativo consorzio. 

L’integrazione tra agricoltura, artigianato e turismo – in particolare culturale ed enogastronomico – costituisce la cifra di un’economia che valorizza il patrimonio materiale e immateriale del territorio. Dal punto di vista agricolo, la viticoltura, pratica di lunga tradizione, ha conosciuto un processo di rinnovamento, dopo la crisi causata dalla fillossera alla fine del XIX secolo, e oggi produce vini di pregio con riconoscimento IGT e DOC, in particolare sotto l’etichetta Mandrolisai, contribuendo alla promozione del territorio anche nei circuiti nazionali e internazionali. Importante in tutta l’area anche la filiera della castagna, che comprende raccolta, essiccazione e trasformazione in dolci. In generale è molto sviluppa la produzione dolciaria: bucconettes, gattou, sa tumballa ‘e latte, ma anche dolci di mandorla e frutta secca, la carapigna (il sorbetto tipico di Aritzo), il miele di montagna. La cucina agro-pastorale, con l’uso di ingredienti locali e tecniche tradizionali, è oggi al centro di una nuova forma di narrazione turistica, che vede coinvolti agriturismi, piccoli ristoratori e associazioni culturali. 

Per quanto riguarda l’artigianato, la lavorazione del legno, anticamente usato per realizzare oggetti di uso domestico e strumenti da lavoro, continua a rappresentare un sapere locale, oggi rinnovato in forme decorative realizzate dai maistos ‘e linna, che ancora intagliano il castagno per realizzare mobili, utensili e suppellettili. Importantissima è la tradizione tessile, che sopravvive non solo come memoria culturale trasmessa attraverso narrazioni e oggetti conservati in ambito familiare, ma anche nella realizzazione di tappeti, coperte e costumi tipici, copricapi e indumenti cerimoniali, spesso indossati durante le feste tradizionali che animano, tra ricorrenze patronali e sagre, i centri abitati nei vari momenti dell’anno.  

L’importanza che la cultura e le tradizioni locali rivestono ancora nei paesi del territorio è testimoniato dalla presenza di musei legati alla trasmissione della memoria materiale e immateriale: è il caso dell’Ecomuseo della Montagna Sarda di Aritzo o del Museo della Cultura Pastorale di Fonni che, raccogliendo strumenti di lavoro, abiti, arredi e fotografie, offrono un racconto storico della vita barbaricina; oppure del Museo Multimediale del Canto a Tenore di Bitti, che consente a chi lo visita di conoscere l’arte musicale del canto a tenore, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’Umanità.  

Le feste tradizionali, cui si aggiungono eventi di promozione territoriale, come “Autunno in Barbagia”, costituiscono un luogo fondamentale di aggregazione comunitaria e sono un momento unico per entrare davvero in contatto con l’anima di questa regione. Le varie manifestazioni legate al carnevale sono particolarmente suggestive e ricche di autenticità: dalle maschere tradizionali alle musiche dei tumbarinos, ogni paese si distingue per una specifica tradizione di imperitura memoria. L’importanza culturale del carnevale nell’artigianato legato alle maschere è testimoniata anche dal Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada, tappa ormai imprescindibile del turismo culturale di tutta la zona.  

Quest’ultimo è sempre più animato anche da una rinnovata valorizzazione del patrimonio letterario del territorio, secondo molteplici direzioni. Decisamente forte, all’interno di molti dei comuni delle Barbagie e del Mandrolisai, è la presenza della poesia orale, eredità della tradizionale improvvisazione (“poesia a bolu”) in cui si cimentavano i cantadores, animando vere e proprie gare durante le feste patronali. La poesia estemporanea resiste nei versi che spesso trovano luogo sui muri delle vie dei paesi, accanto a veri e propri murales artistici, così come nella forma di premi e di eventi dedicati, che si inseriscono nelle manifestazioni di carattere letterario, la cui espressione più vivace è costituita dai festival letterari. Capaci di attirare un pubblico eterogeneo, grazie alla presenza di ospiti nazionali e internazionali, ma anche di autrici e autori contemporanei di area sarda, oggi i festival costituiscono una frontiera in espansione dal punto di vista turistico sull’isola. Particolarmente importante è il festival “L’isola delle Storie” di Gavoi, indicato come una delle diciotto più importanti manifestazioni di promozione della lettura di tutta Italia. 

Gavoi

 

La valorizzazione territoriale della Sardegna centrale passa anche attraverso la promozione dell’eredità culturale di figure letterarie del passato che si sono affermate non solo a livello regionale, ma anche nazionale e internazionale, attraverso l’istituzione di case-museo e di parchi letterari dedicati. L’esempio più importante è costituito da Grazia Deledda, alla quale è dedicato il Museo Deleddiano di Nuoro, oltre al parco letterario di Galtellì. La Sardegna rappresentata non solo nei romanzi degli scrittori e delle scrittrici dell’isola, ma anche in quelli di viaggiatori affascinati in particolare dal carattere remoto e autentico delle sue aree centrali, è al centro di innovative guide turistiche letterarie, così come di nuove tipologie di scritture di “letterature site specific”, testi che scaturiscono da progetti di residenza artistica, da mostre o su commissione, destinati alla valorizzazione di una componente culturale e/o naturalistica di un territorio.  

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Fonni, paesaggio

Turismo letterario e letterature site specific in Sardegna e nel Nuorese

La presentazione “Turismo letterario e letteratura site specific in Sardegna e nel nuorese” è composta da due parti. Una prima parte offre una panoramica sul turismo letterario in Sardegna e nell’area nuorese. La valorizzazione del patrimonio letterario sardo avviene in prima battuta attraverso la promozione dell’eredità culturale di figure autoriali (tra cui spicca in particolare Grazia Deledda) che si sono affermate non solo a livello regionale, ma anche nazionale e internazionale. Un esempio di tale valorizzazione è costituito dal fenomeno delle “case museo” e dei parchi letterari che riguarda proprio la figura di Deledda. Un’altra linea di sviluppo è offerta dai festival letterari, in grado di attrarre un pubblico eterogeneo, grazie alla presenza di ospiti nazionali e internazionali, ma anche di autrici e autori contemporanei di area sarda.

Nella seconda parte viene proposta la definizione di “letteratura site specific” con sui si intendono le scritture letterarie legate a una specifica situazione evenemenziale (mostra d’arte, residenza artistica, scrittura su commissione ecc.), destinata alla valorizzazione di una componente culturale e/o naturalistica di un territorio, e che possono esercitare un ruolo nelle strategie di promozione territoriale. I due casi di studio individuati vengono presentati come esempi di best practices per il possibile sviluppo di esposizioni multimediali o di residenze di scrittura che mettano al centro i luoghi e con essi le persone che li hanno abitati e che tutt’ora li abitano.

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Gavoi, indicazioni artigianali

Fonni, mucche al pascolo - Ph. Luisa Cutzu, 2024

Bitti, gregge al Calavrina - Ph. Luisa Cutzu, 2024

Bitti - Ph. Luisa Cutzu, 2024

Gavoi, estrazione del sughero Gavoi - Ph. Luisa Cutzu, 2024